- Disegno & Pittura - https://www.disegnoepittura.it -

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Qualche tempo fa, navigando fra siti d’arte sul web, mi sono imbattuto in un dipinto di Gerrit Dou [1] altrimenti conosciuto come Gerard e Douw o Dow, pittore olandese della classe di Vermeer, se non superiore! Fece addirittura apprendistato, qualche anno, nello studio di Rembrandt (fonte Wikipedia). Il dipinto è un cane accucciato a sonnecchiante accanto ad un orcio e una canestra di vimini posti su di un ripiano accanto ad una fascina di legna con uno zoccolo di legno seminascosto. Non si capisce se il piano in legno su cui poggia tutta la composizione sia un tavolo, una panca o una mensola bassa posizionata in una cucina o altro ambiente del ‘600. La luce sembra provenga da una finestra. L’atmosfera trasmette l’intimità serena di un interno domestico e anche i caldi colori accompagnano questa sensazione di pace e tranquillità che scaturisce dalla posizione accovacciata della bestiola.

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Foto A

L’immagine mi è piaciuta così tanto che ho pensato di vederci il cane di casa mia, che non disdegna pennichelle qua e la, ovunque trovi un tappeto o qualsiasi cosa che sia meno freddo del nudo pavimento. Così mi è venuta l’idea di fare un dipinto con lui come soggetto nel contesto seicentesco. Per avere una base di partenza per realizzare un dipinto che raffigurasse il mio cagnetto nel contesto sicentesco, avevo bisogno di una fotografia che avesse lui come soggetto al posto di quello raffigurato in quest’opera fiamminga. La soluzione era quella di sostituire il cane originale con il mio bouledogue francese che risponde al nome di Mimmo. Per far ciò avevo bisogno di una foto del cane dormiente illuminato da sinistra a destra e con luce quasi radente e una posa adeguata che potesse essere collocata nella zona occupata dal cagnolino di quattro secoli fa. Allora ho approfitato di un suo sonnellino, e posizionando una lampada da tavolo a terra diretta fra il muso e l’orecchio destro del cane, leggermente dall’alto e avendo cura di rispettare la direzione del massimo punto di riflessione dell’orcio nel dipinto originale, ho effettuato alcuni scatti variando sia l’inclinazione della lampada che dell’asse di ripresa della fotocamera, producendo fotografie con lievi differenze, ma molto vicine di assetto, per avere la possibilità di una scelta che più si accomodasse alla foto del dipinto.

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Foto B

Operata la scelta della foto, ho dovuto ridimensionare il file, come densità e dimensioni, per la differenza esistente tra il file scaricato dal web e quello prodotto dalla fotocamera. Successivamente ho cominciato a cancellare il cane dalla foto A, avendo cura di sostituire le zone cancellate con lo sfondo. Per fare questo ho utilizzato il tool che quasi tutti i software di manipolazioni hanno: Il timbro Clone. (Vedi foto C.)

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Foto C

Della foto B ho cancellato grossolanamente, con un software fotografico, avendo cura di non cancellare le ombre portate, i contorni per poi rifinire nel dettaglio lo scontorno del cane della foto B in un successivo passaggio.(Vedi foto D).

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Foto D

Queste operazioni si possono fare con quasi tutti i programmi di questo tipo, basta che abbiano i più usati tools per la manipolazione delle immagini digitali. Chi volesse avventurarsi in un lavoro analogo può benissimo utilizzare Gimp [2], un validissimo freeware di facile utilizzo, in più occasioni illustrato dall’amministratore di questo blog.

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Foto E

Come si può notare nella foto E sono rimasti dei dettagli, anche abbastanza evidenti, della foto A. Nel programma che io uso normalmente, una vecchia versione di Photoshop, quando incollo una foto, o particolare di essa, sopra un’altra, il programma crea un nuovo livello; da cioè la possibilità di lavorare sulla foto applicata, senza intaccare quella che fa da sfondo. In questa maniera è stato possibile scontornare finemente l’immagine di Mimmo con l’ausilio della lente d’ ingrandimento e la gomma. Infine, tornando sul livello dello sfondo dove era rimasto parte del di dietro del cane che era presente in foto A, con il timbro clone e la solita lente, ho provveduto ad eliminare il pelame fulfo del seicentesco cane.
Il risultato finale di queste laboriose ma soddisfacenti operazioni, dopo aver fuso i due livelli, hanno dato il risultato della foto F.

Ritratto di Mimmo in contesto seicentesco

Foto F

Se andiamo a vedere attentamente, cavillando, qualche inesattezza si nota. Ma per lo scopo che mi ero prefissato, e cioè avere una fotografia da poter usare come modello, questo risultato mi sembra più che soddisfacente.

Voi che ne dite?