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Sezione Aurea, verità o bufala?

Sezione Aurea

Foto da fotografiapuntodincontro. [1]

In quest’articolo voglio spiegarti che cos’è la sezione aurea e voglio anche scoprire con esso se realmente è stata utilizzata dai grandi pittori, scultori e architetti del passato come molti raccontano.

Che cos’è la Sezione Aurea?

Da Wikipedia leggiamo la seguente definizione per la sezione aurea:

La sezione aurea o rapporto aureo o numero aureo, nell’ambito delle arti figurative e della matematica, indica il rapporto fra due lunghezze disuguali, delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due. Lo stesso rapporto esiste anche  tra la lunghezza minore e la loro differenza.

Scritto così potrebbe però non essere chiaro all’artista che sta leggendo questo libro. I matematici spesso usano il linguaggio delle formule per riassumere con pochi simboli ciò che necessità tante parole per essere descritto. Quindi usando il linguaggio delle formule ed indicando con a la lunghezza del segmento maggiore e con b la lunghezza di quello minore, la media proporzionalità tra le due lunghezze può essere sintetizzata dalla seguente proporzione:

(a+b) : a = a : b = b : (a-b)

ossia

(a+b)/a = a/b = b/(a-b)

Molti artisti, però, spesso sono un po’ riluttanti verso le formule matematiche preferendo mezzi di espressione più vicino al linguaggio quotidiano. Per soddisfare questa esigenza possiamo semplificare ulteriormente il concetto dicendo che due lunghezze a e b sono in rapporto aureo se il rapporto tra di esse vale 1,6180, cioè:

ф=a/b=1,618033

dove ф (si pronuncia fi) è il simbolo che si attribuisce a questo valore ed è un numero irrazionale. L’artista appassionato di matematica può verificare la validità di questa uguaglianza attraverso la lettura di quest’articolo nella sezione proprietà algebriche [2].

Perchè il numero ф è così importante?

Per rispondere a questa domanda è inevitabile andare a ritroso nel tempo per capire le motivazioni che stanno dietro alla sua scoperta e al fascino che esso ha esercitato ed esercita su tanti uomini.

La definizione del rapporto aureo risale al VI secolo a.C. ad opera di Ippaso di Metaponto, il più importante rappresentante tra i discepoli di Pitagora. Prima di allora non è noto se esistessero popoli che conoscessero questo numero e lo utilizzassero in qualche modo.

Il primo riferimento a questo numero appare nello studio del pentagono e dall’osservazione che il rapporto di alcune diagonali interne a questo poligono fossero uguali tra loro e corrispondente al numero ф. Il pentagono è un poligono con 5 lati e i pitagorici spesso attribuivano grande importanza a questo numero. Essi lo consideravano il numero dell’amore e del matrimonio.

Se i pitagorici associavano al numero 5, e tutto ciò che era legato a questo numero, un qualcosa di magico è facile capire perché il numero ф apparisse ai loro occhi così affascinante anche se non ne conoscevano ancora tutte le proprietà matematiche e i legami con l’arte, la musica, l’architettura e tante altre discipline. L’alone di mistero che ha sempre circondato questo numero si è tramandato nei secoli, nel corso dei quali sono state scoperte nuove proprietà matematiche e i legami con le discipline sopra citate. Queste nuove scoperte hanno contribuito ad impressionare la mente dell’uomo tanto da cogliere in esso ideali di bellezza e armonia.

Terminato il periodo ellenistico per molto tempo non si è parlato più di questo numero e per trovarne una nuova testimonianza bisogna risalire al periodo rinascimentale e alla pubblicazione del libro De Divina Proportione di Luca Pacioli scritto alla corte di Ludovico il Moro con la collaborazione di Leonardo da Vinci che, in quel periodo, risiedeva nella medesima corte e curò i disegni di vari poliedri ivi pubblicati. In questo libro Pacioli mostrò molte proprietà matematiche del numero aureo ma non individuò le relazioni di questo numero con la serie del matematico Fibonacci introdotta nel mondo accademico qualche secolo prima (1202) nel libro Liber abaci insieme alle cifre indo arabe. La serie di Fibonacci è una sequenza di numeri interi tali che preso un qualsiasi numero della serie esso è la somma dei due numeri che lo precedono: 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, ecc (es. 13=8+5). Leggendo un qualsiasi libro che parla di sezione aurea troverete numerosi legami tra questo numero, la serie di Fibonacci e molti fenomeni in ambito biologico e naturale [3].

Per scoprire la relazione tra la serie di Fibonacci e il numero aureo bisognerà aspettare il 1611 quando Keplero intuì che il rapporto di due numeri consecutivi della serie approssimavano sempre di più il numero aureo.

2/1 = 2
3/2 = 1,5
5/3 = 1,6666
8/5 = 1,6
13/8 = 1,625
21/13 =  1,615

Infatti, scrisse:

questa proporzione … che gli odierni … chiamano divina … è congegnata in modo tale che i due termini minori di una serie nascente presi insieme formino il terzo, e gli ultimi due addizionati, il termine [a loro] successivo, e così via indefinitamente, dato che la stessa proporzione si conserva inalterata … più si va avanti a partire dal numero 1, più l’esempio diventa perfetto.

Keplero, però, non fornì la dimostrazione matematica di questa intuizione che avvenne qualche secolo più tardi ad opera del matematico Robert Simson. Un’altra citazione, attribuita a Keplero, ci da la misura della grande considerazione che, nel corso dei secoli, gli uomini hanno avuto per questo numero:

La geometria ha due grandi tesori: uno è il teorema di Pitagora; l’altro è la divisione di un segmento secondo il rapporto medio ed estremo. Possiamo paragonare il primo a una certa quantità d’oro, e definire il secondo una pietra preziosa.

A questo punto penso sia chiaro al lettore perché questo numero risulti così importante, resta invece da spiegare quale sia il suo legame con l’arte.

Qual è il legame tra ф e l’arte?

In realtà, una risposta a questa domanda l’abbiamo già data in precedenza perché se al numero aureo veniva attribuito un ideale di bellezza diventava inevitabile il suo impiego nell’ambito artistico dove la ricerca della bellezza è sempre stato uno dei temi dominanti.

Su molti libri e siti internet è facile trovare riferimenti all’uso della sezione aurea nelle grandi opere artistiche, architettoniche o scultoree non sempre veritiere. In queste opere viene individuata la sezione aurea in maniera abbastanza frettolosa commettendo il più delle volte due tipologie di errori:

  1. sostenere la presenza di buone approssimazioni di rapporti aurei quando in realtà questi rapporti sono uguali a valori non proprio vicini a 1,618033 (es. 1,5 oppure 1,7). Ad esempio, nella piramide di Cheope ciascun lato triangolare ha una base di 230 m e un’altezza di 145 m, da cui si ricava 230/145=1,5862 e su molti libri, in maniera molto sbrigativa, si sostiene che questo numero ben approssima il numero aureo.
  2. sostenere la presenza di rapporti aurei non avendo chiari i sistemi di riferimento di partenza anzi descrivendoli in maniera del tutto vaga. Ad esempio, nella Monna Lisa di Leonardo si sostiene che il volto del soggetto è inscrivibile in un rettangolo aureo. Purtroppo da quali punti questo rettangolo parte non è proprio chiaro.

Rettangolo Aureo sul viso della Gioconda

Alcuni libri come  La geometria segreta dei pittori di Charles Bouleau sostengono la tesi che l’uso della sezione aurea fosse nota a pittori come Cimabue, Duccio e Giotto e che fosse ampiamente usata nelle loro opere. Questo per dimostrare che l’uso della sezione aurea è antecedente all’opera di Pacioli. Purtroppo, però, queste tesi non sembra siano unanimemente condivise perché, probabilmente, manca la prova evidente che lo dimostri.

Un altro grande artista che si ritiene abbia fatto uso della sezione aurea è Leonardo da Vinci. Secondo i fautori di questa tesi la prova della sua validità risiede in alcune opere del maestro come: San Gerolamo, La Vergine delle Rocce, La Testa di Vecchio e la Gioconda. Sebbene questa tesi sia più plausibile visto la collaborazione di Leonardo con Pacioli, i dipinti presi in esame, escluso la Gioconda, sono precedenti al periodo di collaborazione. Sulla Gioconda il dibattito è ancora aperto, perché il rettangolo aureo in cui, presumibilmente, è inscritto il volto della donna ha punti di riferimento non ben delineati.

Un altro pittore che si ritiene abbia fatto uso della sezione aurea è Seurat. Anche qui le opinioni sono contrastanti e manca, da parte dell’artista, l’ammissione dell’uso di questo espediente geometrico.

Nell’ottocento le conoscenze sulla sezione aurea si diffusero anche nel campo dell’arte e alcuni artisti, per loro stessa ammissione, l’hanno utilizzata nelle loro opere. In particolare, fu molto diffuso l’uso del rettangolo aureo la cui figura era considerata molto ricorrente in natura e alcuni studi l’avevano certificato come canone estetico capace di dare gran senso di armonia laddove fosse rappresentato.

Questi studi comprendevano anche test psicologici applicati a campioni di persone. Test analoghi rieseguiti in tempi più recenti, però,  hanno fornito risultati più ambigui e incerti.

Conclusioni

Da quando mi interesso d’arte ho notato la tendenza degli studiosi e critici ad attribuire ad opere d’arte significati più profondi di quello che in realtà l’artista aveva intenzione di esprimere. Probabilmente molte teorie sull’uso della sezione aurea da parte degli artisti sono artificiose. Sono da considerare attendibili sicuramente le dichiarazioni di artisti che hanno espressamente affermato di averne fatto uso. Su molte altre opere, però, nutro forti dubbi perché considero le prove a carico pretestuose e un po’ forzate.

Credo che molti di voi hanno letto qualcosa sul tema della sezione aurea, quindi vi chiedo se pensate che la sezione aurea rappresenti uno strumento veramente utile all’artista o, invece, pensate sia solo una bufala che si è perpetrata per millenni?

Fonte: Wikipedia