Oliatura di un dipinto

Oliatura - Versare Olio

In quest’articolo spiegherò cos’è l’oliatura di un dipinto e come si esegue.

Problema

Quando si dipinge a strati grasso su magro, generalmente, ciò che si fa è dipingere uno strato, lo si lascia asciugare e poi si dipinge lo strato successivo. Gli inconvenienti che posso nascere con questa tecnica sono essenzialmente due:

  1. Prosciughi. Quando si comincia a dipingere il nuovo strato è probabile che lo strato sottostante, asciugandosi, crei delle aree più opache che non sono bellissime da vedere. Sappiamo che la verniciatura finale elimina questi inconvenienti, ma è sempre bene, durante la fase pittorica di ridurre al minimo queste zone.
  2. Stacchi di colore. Quando si vuole dipingere un nuovo strato per apportare modifiche a quello precedente, anche se si imitano alla perfezione i colori sottostanti, applicando il colore si noterà sempre uno stacco di colore dovuto al fatto che lo strato sottostante è molto più asciutto del nuovo. Anche asciugandosi il nuovo strato i colori risulteranno sempre staccati rispetto allo strato sottostante.

Come fare allora?

Soluzione

La soluzione a questi due problemi è quello di eseguire l’oliatura del dipinto prima di cominciare la nuova fase.  Per farvi capire meglio il vantaggio dell’oliatura, vi proporrò un esempio pratico e vi mostrerò come ho eseguito l’oliatura. Dipingendo la copia del dipinto “Grapes” di Alexei Antonov ho eseguito una prima fase di colorazione in cui mi sono concentrato sul rendering di ciascun elemento del dipinto. L’idea era quello di riservare una seconda fase al dipinto nel suo insieme per renderlo quanto più simile possibile alla foto di riferimento. Nella seconda fase di colorazione avrei anche lavorato per rinforzare i contrasti, correggere eventuali errori, schiarire o scurire determinate zone e così via.

Questo è il dipinto dopo la prima fase di colorazione. Vediamo come ho eseguito l’oliatura prima di cominciare la seconda fase.

oliatura-prima

Uva – Olio su Tela 30×40 – Dipinto dopo la prima fase di colorazione

Oliatura del dipinto

Oliatura - Controllo Asciugatura

Il primo passo è quello di controllare con uno straccio imbevuto di olio se il dipinto è pronto a ricevere l’oliatura. Si strofina lo straccio in un angolino sui bordi della tela e ci si assicura che il colore non venga rimosso. Questo controllo è importantissimo perchè se il dipinto non è perfettamente asciutto si rischia di rovinarlo. Credo di aver atteso 3 settimane per una perfetta asciugatura.

Oliatura - Versare l'Olio

Ho versato un pò di olio di noci sul dipinto. Ho usato l’olio di noci perchè a differenza di quello di lino non ingiallisce. Avendo l’uva molte aree chiare il rischio di ingiallimento era alto.

Oliatura - Stendere l'olio

A questo punto con il palmo della mano ho steso l’olio sull’intero dipinto.

Oliatura - Rimuovere eccesso di olio

Con uno straccio ho rimosso delicatamente l’olio in eccesso che è molto nocivo per il dipinto.

Oliatura - dipinto controluce

Questo è il dipinto dopo la prima oliatura in controluce. Alcuni colori, ad esempio, sulla foglia più grande avevano perso un pò di forza. Dopo l’oliatura sono tornati brillanti come prima. I prosciughi sono scomparsi e il dipinto è pronto a ricevere un nuovo strato di pittura. Nel mio caso il nuovo strato comprendeva principalmente correzioni, velature per rinforzare gli scuri, impasti per rinforzare i chiari e ridefinizione di tutti i lustri. A volte, però, accade che in un unica sessione di pittura è difficile applicare tutte le correzioni necessarie. In tal caso, la volta successiva si procede ad oliare di nuovo il dipinto ma solo nella zona che si è certi di dipingere in quella sessione.

Oliatura del dipinto a zone

Come spiegavo sopra, in un’unica sessione, non sono riuscito a fare tutte le correzioni necessarie. I giorni successivi, quindi, pur non avendo più il problema dei prosciughi c’era il rischio che il nuovo colore applicato staccase troppo dallo strato sottostante. Per evitare questo problema allora ho rifatto l’oliatura, ma solo per la zona che avevo intenzione di dipingere quel giorno. Questo perchè un eccesso di olio può rendere la superficie troppo grassa rendendo difficile l’applicazione dei colori. Dovendo effettuare l’oliatura solo di una piccola zona è necessario l’uso di un pennello.

Oliatura - fase 2

Ho versato l’olio di noci i un contenitore e ho imbevuto il pennello nell’olio.

Oliatura - pulire pennello

Rimuovo l’olio in eccesso da pennello strofinandolo su un pezzo di carta.

Oliatura - uva

In questa fase, avendo già corretto le due foglie più grandi dietro l’uva, ho deciso che avrei corretto l’uva. Così ho passato l’olio solo sull’uva.

Oliatura - rimozione olio eccesso uva

Sempre con uno straccio ho rimosso l’olio in eccesso delicatamente. A questo punto, si può cominciare a dipingere sopra l’uva applicando le necessarie correzioni, le velature per rinforzare le ombre, gli impasti per rinforzare i chiari e la ridefinizione dei lustri.

Uva

Uva – Olio su Tela 30×40 – Dipinto finito

Questo è il dipinto nella sua versione finale. Dopo l’oliatura ho osservato con attenzione la foto di riferimento per cercare di capire le differenze con la foto di riferimento e applicare le dovute correzioni. Se la correzione riguardava una zona in ombra applicavo una leggera velatura di colore, se riguardava una zona in luce procedevo con impasti di colore e così via. Solo alla fine ho aggiunto le texture come, ad esempio, le gocce di acqua.

Conclusioni

L’oliatura è una pratica molto comune tra gli artisti ed è ideale sia per risolvere il problema dei prosciughi sia per riprendere un dipinto fermo da molto tempo. Sopra ho detto che questa pratica è molto utile quando si dipinge a strati con la tecnica grasso su magro. In realtà, però, può essere utile anche per chi dipinge “Alla Prima”. Ad esempio, David Gray, noto pittore americano, dopo aver dipinto un quadro alla prima lo lascia sempre asciugare bene e poi dedica una seconda fase alle correzioni, a rinforzare le ombre con velature e i chiari con impasti di colore. Prima di cominciare questa seconda fase lui esegue sempre l’oliatura del dipinto usando una miscela di olio di noci e acqua ragia in rapporto 1:1. Questo video mostra come egli procede.

Anche Alexei Antonov è solito eseguira l’oliatura del dipinto dopo ciascuna fase della sua tecnica fiamminga (campitura, abbozzo in terra d’ombra, grisaglia e colore). In fondo, per questo dipinto è proprio a lui che mi sono ispirato.


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Comments

  1. Grazie Salvatore, con te è sempre bello imparare; sei bravissimo e ci dai consigli ottimi!

  2. Il più utile corso di pittura mai incontrato, grazie di cuore per questo preziosissimo aiuto e per il favoloso ebook sulla pittura fiamminga, che sto studiando attentamente! Grazie Salvatore!

  3. Brunella dice

    Grazie Salvatore, in effetti proprio in questi giorni mi sono trovata a dover affrontare il problema dei prosciughi. Non sapendo cosa fare, ho deciso di usare una vernice finale lucida (finale Maimeri aereosol).
    Il quadro, pero’, e’ rimasto estremamente appiccicoso ed essendo un lavoro destinato a stare all’aperto per molti giorni, penso che alla fine il danno sara’ evidente, si ricoprira’ di polveri e sporcizie varie. Forse avrei fatto bene ad usare la tecnica dell’oliatura.
    Colgo l’occasione per chiederti se ci sono dei rimedi per questo mio quadro.
    Vorrei sapere se con l’oliatura, le aree opache resteranno sempre brillanti o tenderanno a ritornare opache (in quanto l’olio non e’ mescolato al colore ma aggiunto alla superfice asciutta).

    Grazie
    Brunella

  4. Daniela dragoni dice

    Grazie mille…..preziosissimi come al solito i tuoi consigli!!!!!

  5. Grazie Salvatore, ho ripreso a dipingere grazie a questo blog e i tuoi consigli sono davvero molto preziosi.
    Grazie

  6. Ciao Salvatore,
    bellissimo articolo, molto interessante grazie!
    Sei bravissimo!

    Antonella.

  7. Grazie infinite per i preziosi consigli… sono indispensabili per chi come me è un neofita autodidatta.-

  8. Ci sono alcune cose che mi lasciano dubbioso.
    Premesso che una corretta tecnica della velatura prevede comunque l’oliatura preliminare dell’area interessata, i miei dubbi riguardano in primo luogo la tecnica dello sfregazzo che, a sentimento, dovrebbe evitare l’oliatura. È così? Oppure che cosa può comportare l’oliatura con questa tecnica?
    In secondo luogo, essendo l’olio di noci il più lento nell’asciugatura, forse è opportuno proseguire da quel momento in poi usando sempre tale olio, per evitare il rischio che lo strato successivo asciughi prima dello strato oliato (forse è per questo che David Gray usa una miscela al 50% con acqua ragia).

  9. xbrunella: l’oliatura non sostituisce la verniciatura che cmq va sempre fatta. Eliminare del tutto i prosciughi è quasi impossibile e solo con la verniciatura finale scompaiono del tutto.

    L’oliatura serve se devi dipingere su uno strato asciutto un strato successivo. Anche dipingendo alla prima spesso ci si ferma quando si sono colorate tutte le zone. Il dipinto all’inizio sembra bello poi dopo un pò perde qualcosina. Inoltre, finito un primo strato di colore è quasi impossibile che tutto funzioni alla meraviglia. Quindi darsi una seconda opportunità è quasi un esigenza. La seconda fase di pittura può trafsormare anche un dipinto mediocre in un buon dipinto con velature, rinforzo dei contrasti, ecc.

    xbruno: Lo sfregazzo puoi vederlo come una velatura fatta con colori opachi. Tecnicamente funziona come una velatura e può essere data dopo un’oliatura. Dico “può essere data” perchè lo sfregazzo non ha necessità di essere dello stesso colore dello strato sottostante, anzi si vuole proprio che sia diverso. Ad esempio, nel mio dipinto l’area verdastra in alto a destra l’ho fatta a sfregazzo. La zona era oliata ma avrebbe potuto anche non esserla perchè lì non avevo necessità che il nuovo colore si amalgamasse alla perfezione con quello sottostante, lo sfregazzo vuole applicare proprio un velo opaco su un’area di colore. Io uso solo olio di noci, sempre, soprattutto se il dipinto prevede molte aree chiare con bianco. L’aggiunta dell’acqua ragia oltre a velocizzare l’asciugatura può servire a rendere meno grassosa la zona da dipingere. Avere una zona troppo grassosapone il rischio che i successivi strati di colore non attaccano, in tal caso la patata aiuta a ridurre il problema. Cmq, con la procedura che spiego questo rischio non c’è, ciò non toglie che l’uso dell’acqua ragia sia buona cosa. Molti artisti usano questa diluizione, altri come Antonov no.

  10. Rosita.astori dice

    Lo avevo già fatto per istinto ma con olio di lino e ora ho la conferma di non aver solo pasticciato.. La qualità dei contenuti di questo sito è sempre altissima, una vera boccata di ossigeno ogni volta che ricevo le news. Grazie grazie grazie

  11. Caro Sasà, devo dirti che sei proprio bravo ed esaustivo nelle spiegazioni e penso che hai innato il senso della docenza. Si vede che la materia ti piace e ami divulgarla a chi non sa ma vorrebbe sapere. Condividere è una dote che poche persone hanno. Tu sei un generoso e di questo te ne do atto! Grazie.

  12. Bellissimo articolo, chiaro e conciso sono felice di aver trovato un punto di riferimento molto qualificato.Ho cominciato da poco a dipingere a olio una tecnica che mi ha sempre affascinata,grazie per i preziosi suggerimenti e riferimenti a due maestri fantastici che non conoscevo,un abbraccio di colori!

  13. Maria Amelio dice

    Grazie dei tuoi preziosissimi consigli!!!! Sei ineguagliabile.
    Maria

  14. Salvatore, ti ringrazio della risposta, ma le mie perplessità sull’uso dell’oliatura con lo sfregazzo rimangono intatte. In tutti i trattati dei vecchi maestri lo sfregazzo è indicato come tecnica che non prevede medium (tanto che si suggerisce addirittura di mettere il colore su carta assorbente se risultasse troppo oleoso) per ottenere un effetto diafano e vibrante non altrimenti ottenibile. Sicuramente la luce rifrangerebbe in maniera diversa nelle due tecniche; io temo, vista l’esperienza dei maestri, che con l’oliatura si perderebbe gran parte dell’effetto, ma onestamente non ho mai fatto questa prova.

  15. oggi stesso proverò ad applicare l’insegnamento sul mio ultimo lavoro incompiuto. Ancora una volta grazie e buona giornata

  16. Caro Salvatore,
    intanto ti faccio i miei complimenti per il dipinto che mi sembra di ottima fattura. Bravo!
    Si, lo so, sembra che sappia tutto io! Ma conoscevo questa pratica grazie ad un vecchio manuale e ad un padre pittore (sergio marcelli) ed ex cartellonista cinematografico.
    Però prima di dare l’olio, se il quadro è molti mesi che è fermo come nel mio caso, passo una mano di alcool denaturato per togliere le impurità.
    Se ha facebook (io no), e scrivi un messaggio privato a “proloco iat di Acquaviva Picena” dicendo di essere mio amico di Luca Marcelli (che sarie io), ti danno l’amicizia e puoi leggere un’articolo uscito sulla mia mostra in corso. Articolo del7 t89utto inaspettato. Sulla foto sembro un’ ottanttenne, ma in realtà ne ho solo 54. Se li contatti mi farà molto piacere.
    Grazie atutti. Luca

  17. Perdonatemi per gli errori, ma questa tastiera è un macello. Ti ho chiamato Angelo invece di Salvatore.
    Grazie.
    Luca

  18. xbruno: capisco la perplessità. Io uso più lo sfregazzo che le velature e quanto dici è corretto. Il modo ottimale per fare uno sfregazzo è che il colore sia opaco (quindi che ci sia il bianco nel colore o qualsiasi altro colore opaco). poi si prende una quantità piccolissima sulla punta del pennello, si toglie un pò di colore con lo straccio e si strofina sulle zone desiderate. Le zone su cui si applica devono essere asciutte. Ma allora tu dirai … vedi che ho ragione? Infatti, hai ragione in parte. Perchè l’oliatura non lascia una zona molto bagnata. Quando rimuovi l’olio in eccesso con lo straccio panno carta, ne rimane così poco sulla tela che anche lo sfregazzo funzionerà bene. Ora avendo usato in questo dipinto lo sfregazzo su oliatura, spero mi vorrai credere che funziona bene.

    xLuca: hai ragione. Lasciando per lungo tempo potrebbe accadere che la superficie oltre a essere grassosa sia anche un pò sporca. Io non l’ho spiegato in questo tutorial, ma prima di fare la prima oliatura ho lavato un pò il dipinto e passato la patata. C’è un articolo in cui lo spiego. L’alcool è un’altra alternativa.

  19. Ho provato a eseguire questo metodo di oliatura perche’ questo fatto dei prosciughi era una cosa che non riuscuvo a risolvere,il risultato e’ sorprendente e devo dire,come gia’ dicono tutti,che la tua generosita’ nel svelare i segreti in pittura e’ lodevole.Grazie infinite.

  20. Sono contento che qualcuno prova praticamente i miei suggerimenti. Sopratutto se ottiene buoni risultati. Solo un suggerimento, non abusare nel numero di oliature. La prima dalla sempre sull’intero dipinto. Se non riesci a finire tutte le zone, la volta successiva scegli la zona che pensi di riuscire a fare in un giorno e olia solo quella. Se dovesse capitare che per qualche motivo la superficie diventa troppo grassa e il colore non attacca, usa una patata come spiego in un altro articolo del blog.
    Ciao

  21. Acquarius dice

    Spiegazione esaustiva, come al solito. Grazie Sasà per le tue lezioni sempre utili e così generosamente elargite!!!
    Lorena.

  22. mi sono sempre chiesta dove sbagliavo e perchè si formavano i prosciughi ,ma capisco adesso che non era colpa di nessuno ,ma solo un fatto inerente al dipinto ad olio ,però non mi spiego perchè in alcuni dipinti si stacca la pellicola pittorica ,per piacere se puoi darmi qualche consiglio per evitare in futuro che succeda ,sei grande e ti ringrazio per i consigli preziosi che ci dai, ti faccio gli auguri di Natale e un buon inizio di anno nuovo

  23. Grazie anche a te.
    Probabilmente la superficie sottostante era troppo grassa. E’ buona norma, se dipingi a strati, che fatto uno strato lo lasci asciugare bene diverse settimane e poi prima di ricominciare passi sopra di esso una patata o cipolla come spiegavo in altro articolo.
    Questi due ortaggi rilaciano una sostanza che crea aderenza con il successivo strato pittorico.
    Buono questo metodo anche quando dipingendo il colore non si attacca alla tela ma scivola via …

  24. Ciao Salvatore, io ho fatto un dipinto ad olio, ma ora è rimasto appiccicoso, probabilmente non ho diluito i colori con l’olio di lino adeguato. Se ora faccio l’oliatura seguendo i tuoi passaggi con l’olio di noci, rimedio?
    Grazie in anticipo.

  25. No. L’oliatura ha un’altra finalità. In questo caso la finalità è che finito di dipingerlo io lo faccio asciugare 3 o 4 settimane e poi lo ritocco completamente. Questo perchè io nella prima fase di colorazione mi preoccupo di fare il rendering di ciascun oggetto separatamente. La seconda fase è necessaria perchè (per effetto del contrasto simultaneo) man mano che si dipingono i vari pezzi i colori nuovi influenzano quelli vecchi facendoli percepire un pò diversi. Quindi nella seconda fase dove ritocco piccole zone per cercare di rendere il dipinto (nel suo insieme) più identico possibile alle foto. Spesso dopo 3 o 4 settimane ti accorgi che certe zone puoi farle meglio. Allora prima di cominciare la seconda fase faccio l’oliatura per due motivi:

    1. il nuovo colore che aggiungo non stacca da quello esistente
    2. rimuovo prosciughi fatti nella sessione precedente.

    Nel tuo caso l’oliatura peggiora le cose. Ma come l’hai dipinta? Che medium hai usato? In genere l’olio (di lino o noci) a meno che non lo butti a secchiate non diventa appiccicaticcio. Viceversa, se hai aggiunto le vernici con questo tempo è possibile.

    L’unico rimedio è aspettare anche settimane che asciughi … occhio al ditino con cui vai a toccare la superficie pittorica.

  26. Dimenticavo,
    Piccolo segreto … i colori che acquisti hanno già internamente l’olio. Nel 90% dei casi puoi usarli così come sono (ossia magri) senza aggiunta di olio. Usando l’olio quanto più magro possibile faciliti poi le sfumature. Non è che per dipingere ad olio ogni volta devi intingere il colore nell’olio … così ottieni solo del colore così diluito che poi è difficile da controllare.
    Diverso è il discorso se devi fare le velature.

  27. Giorgio Marchionni dice

    Dopo molti anni di pittura ad olio, sono giunto alle stesse conclusioni esposte in questo articolo.Mi è di grande aiuto e conforto nella pittura sapere che quello a cui sono arrivato con prove a non finire è in realtà una tecnica ben specifica dei maestri fiamminghi ai quali mi sono sempre ispirato.Complimenti per la chiara esposizione corroborata dalle valide fotografie.

  28. il mio dipinto dopo pochi giorni è diventato opaco e privo di vita, come rimediare?
    Vorrei chiederti un consiglio, sono una principiante e autodidatta, come rendere una figura di donna in 3d?

  29. Si è prosciugato. Un classico.
    L’oliatura aiuta ma fino ad un certo punto. Diciamo che aiuta di più a riprendere un dipinto fermo da lungo tempo per evitare che il nuovo colore stacchi troppo dal vecchio.
    Rislve temporaneamente i prosciughi ma dopo un po’ alla lunga riappaiono e si tolgono solo con la verniciatura.
    Ti consiglio di finire il quadro e verniciarlo con la vernice finale maimeri 665 con solvente (non ad acqua).
    Occhio non è la normale vernice che vendono tutti i negozi. Deve essere la 665.

    In futuro per evitare i prosciughi devi:
    1. dipingere all prima senza esitazioni;
    2. se vuoi ritoccare una zona non farla il giorno dopo; dipingi altre cose e ritoccala dopo qualche settimana. Il colore anche se è asicutto lo è solo in superficie, sotto è fresco. Quel colore fresco assorbirà il nuovo colore prosciugandolo.
    3. quando ridipingi una zona dopo settimane fai un’oliatura
    4. finito il dipinto aspetto un mesetto (meglio 6) e vernicialo.

  30. Interessantissimo articolo, premettendo che non amo particolarmente le vernici finali mi pare un’ottima soluzione per limitare l’evidenza dei prosciughi.
    Nel video di Alexei Antonov viene utilizzata quindi una miscela di olio di lino + acquaragia ? Va bene qualsiasi olio di lino e acquaragia? (proporzione 50 / 50); cosa sarebbe quel “blocchetto” bianco che passa sul dipinto dopo aver pennellato la miscela? Grazie mille.

  31. Usa solo olio. Quell’oggetto bianco è semplicemente una spugnetta per stendere l’olio. Puoi usare le mani.

  32. A quanto vedo di veri artisti non ce ne nessuno tra di voi,il vero artista della pittura ad olio e’ come il musicista jazz nessuno lo eguaglia e diverso da tutti.la vera arte non si studia i quadri capolavoro sono quelli pieni di difetti ma capolavori bellissimi

  33. Riccardo Crocetti dice

    Gent.mo Sig. Salvatore,
    ho incominciato a dipingere ad olio dopo tanti anni.
    Vorrei sapere due cose:
    1) se compio l’operazione di oilatura con OLIO DI NOCE , poi posso usare anche dell’OLIO DI LINO mentre dipingo?;
    2) cerco sempre di toglier l’olio in eccesso, appena finisco la seduta, ma per due volte , forse perchè ce n’era un po’ in eccesso e non me ne sono accorto, in un paio di punti è rimasta una patina leggermente “gommosa”. Che fare in questo caso? Rimuoverla con alcol e acquaragia ,per esempio, e poi ricominciare?
    Grazie Distinti saluti

  34. Riccardo Crocetti dice

    Gent.mo Sig.Salvatore ,
    alcuni anni fa conoscevo José Lauer , un pittore alsaziano che mi dava molti buoni consigli per ciò che riguarda la pittura ad olio ; mi insegnò , fra l’altro, come preparare un buon medium per le velature composto nel modo seguente : 20% di trementina di Venezia; 40% di olio di lino polimerizzato ; 10% di olio di lino purificato e 30% di essenza di trementina rettificata. Vengono amalgamati l’uno dopo l’altro a bagnomaria ,ecc.
    Mi disse anche di NON USARE MAI LA VERNICE DA RITOCCO.
    Non posso più chiedergli la ragione, perchè è morto.
    Mi rivolgo perciò a Lei e Le chiedo , se gentilmente può rispondere alle due domande che Le ho posto il 23 settermbre 2021.
    Grazie Distinti saluti
    Riccardo Crocetti

  35. Ha ragione Nino. Tutte ste robe di umettature, ritocchini, cagatine non sono una cosa da pittore.

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