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Corso di pittura ad olio per artisti principianti. Lezione 9. Gli elementi di base di un paesaggio ad olio.

Colori Olio

In qualsiasi opera d’arte sia essa un paesaggio, natura morta, ritratto, figura umana o contemporanea si compone di una o più delle seguenti caratteristiche:

  1. Composizione
    Per composizione [1] si intende come disporre le varie figure sulla superficie da disegnare. Queste figure possono essere linee, poligoni, figure complesse ecc. Se le linee, i punti e le figure si possono considerare come l’alfabeto del disegno, la composizione ne è la grammatica, perchè detta le regole di come disporre tali punti, linee e figure al fine di avere qualcosa di sensato. Su questo blog ho dedicato già molti articoli a quest’argomento per cui, quando sarà necessario, vi rimanderò ad essi piuttosto che ripetermi. La prima cosa da fare per dipingere ad olio un paesaggio è scegliere il tipo di supporto e la sua forma [2]. Il cartone telato, la tela o il pannello telato sono scelte obbligate e la forma rettangolare in posizione orizzontale è sicuramente quella più adatta al paesaggio. Consiglio, inoltre, di rileggere il seguente articolo che contiene alcune semplici regole di composizione nel paesaggio [3] molto utili. Quest’articolo fornisce alcuni utili suggerimenti come:

    • avere sempre un centro di interesse nel dipinto;
    • evitare di dividere il foglio o tela a metà, bensì utilizzare la regola dei terzi;
    • evitare simmetrie;
    • creare un solo elemento dominante;
    • e molto altro ancora.
  2. Prospettiva
    La Prospettiva è un aspetto della Composizione che risponde ad un’esigenza precisa: come rappresentare un mondo o oggetto tridimensionale su un foglio che, per sua natura, è bidimensionale. La prospettiva si divide a sua volta in due rami:

    • prospettiva lineare, che studia la diminuzione delle dimensioni dei corpi all’aumentare della distanza;
    • prospettiva aerea, che studia la variazione dei colori all’aumentare della distanza;

    Essendo questo un corso per artisti principianti come prima cosa consiglio di prendere un pò di familiarità con le terminologie della prospettiva [4]. Ogni sito, libro o articolo che leggerete sulla prospettiva può utilizzare termini diversi a seconda dell’autore che lo ha scritto. Questo può generare confusione. Per evitare ciò ho scritto quest’articolo che riporta la terminologia adottata su questo blog. Chi segue questo blog sa che è possibile utilizzare diversi tipi di prospettive: centrale, accidentale oppure con 3, 4, 5 o 6 punti di fuga. In questo corso utilizzeremo solo la prospettiva centrale [5] e accidentale [6] che sono poi quelle più semplici e adatte ai principianti. In questo tutorial potete trovare una lezione di John Hagan che insegna come disegnare un semplice paesaggio cittadino con la prospettiva accidentale [7]. Un’altra utile risorsa è questo semplice video che illustra come disegnare una casa in prospettiva centrale e accidentale [8]. Un altro tipo di prospettiva non meno importante di quella lineare  è la prospettiva aerea [9]. Essa studia come variano i colori al variare della distanza dell’oggetto da dipingere dall’osservatore. All’aumentare della distanza tra osservatore e oggetto da dipingere aumenta l’aria che si interpone tra di essi. Questo determina uno schiarimento dei toni dell’oggetto (per oggetti chiarissimi, cioè più chiari del cielo all’orizzonte, avviene l’inverso) e una riduzione dei contrasti tra toni.  I colori tendono a diventare meno brillanti e lo hue volgerà verso il colore del cielo all’orizzonte. In un precedente articolo abbiamo visto una tecnica semplice ed efficace per simulare la prospettiva aerea [10]. In un altro articolo, invece, ho illustrato come applicare questa tecnica su un vero paesaggio marino ad olio [11]. Durante il corso avremo modo di fare qualche altro esercizio pratico su questo tema dipingendo catene montuose e vedendo come sfruttare questi principi per simulare la nebbia.

  3. Tono o Chiaroscuro
    L’artista Frank Reilly [12] diceva che il tono (o chiaroscuro) rappresenta l’80% di qualsiasi opera. Il tono è una delle 3 qualità del colore (le altre due sono hue e saturazione) ed indica il grado di luminosità di un oggetto o, meglio ancora, il suo chiaroscuro. Il tema del tono è già stato affrontato più volte su questo blog, lasciatemi quindi che vi indichi le letture propedeutiche per questo corso. Se prendiamo la foto di qualsiasi oggetto in natura e lo convertiamo in bianco e nero noteremo che esistono infinite tonalità. Poichè per un’artista è impensabile mescolare infinite tonalità quello che fa quando vuole dipingere un chiaroscuro è quello di mescolare un numero ristretto di toni da sfumare poi l’uno nell’altro. Alcuni artisti come Frank Reilly utilizzavano 11 toni (ossia 9 livelli di grigio più bianco e nero), altri artisti come John Howard Sanden [13] ne utilizzano 9 (7 livelli di grigio più bianco e nero), altri ancora solo 5. Questo non significa che sulla tavolozza ci devono essere 11 o 9 tonalità grigie. Nel primo caso ne bastano 4 (toni 2, 4, 6 e 8) con bianco che è il tono 10 e il nero tono 0, nel secondo caso 3 (tono3, 5, 7) con il nero che è tono 1 e il bianco tono 9. Gli altri toni intermedi si ottengono mescolando i due toni adiacenti. Ulteriori dettagli li trovate nell’articolo Come mescolare i colori per realizzare un chiaroscuro [14]. Qualsiasi oggetto esposto ad una fonte luminosa genera 5 toni, dettagli li trovate nell’articolo Chiaroscuro [15]. Leggetelo attentamente perchè è la chiave di volta per dare volume agli oggetti che dipingerete. Consiglio anche la lettura di quest’altro articolo che spiega come l’uso del chiaroscuro facilita la percezione dei volumi da parte dell’osservatore [16]. Il tema del Tono, però, non si esaurisce con queste poche righe e gli articoli che ho linkato. A partire dalla prossima lezione affronteremo argomenti non ancora discussi su questo blog, come il chiaroscuro sulle forme geometriche di base, i modelli di illuminazione nel paesaggio ed esempi di chiaroscuri di paesaggio.
  4. Colore
    Il colore è probabilmente l’elemento più affascinante e intrigante di qualsiasi opera pittorica. Su questo blog ho dedicato più di 30 articoli al tema della teoria dei colori. Ho spiegato che cos’è il colore e i suoi tre elementi fondamentali: tono, hue e saturazione [17]. Ho spiegato quali sono i colori primari, secondari e complementari [18] e perchè sono così importanti. Ho fornito anche utili spunti su come mescolare i colori [19]. Nelle tecniche di mescolanza da me esposte è fondamentale conoscere la classificazione dei colori [20] nelle 6 gamme: giallo, arancio, rosso, viola, blu e verde; e la conoscenza del colore complementare che per le terre sono molto più difficili da indivuduare. Ho anche spiegato, in linea teorica, come realizzare dipinti armonici [21]. Come prima cosa vedremo un metodo per imitare le tinte degli oggetti in natura, vedremo come dare volume agli oggetti con il colore, vedremo praticamente come combinare i colori per creare paesaggi armonici e alcune mescolanze utili nel paesaggio.
  5. Margini
    E’ probabilmente l’argomento più trascurato in pittura ma riveste un ruolo molto importante. E’ stato difficile trovare un termine “italiano” per un argomento di cui ho sentito parlare sempre e solo su siti in inglese con il termine “edges”. Fondamentalmente con il termine “margine” si intende la linea di separazione tra due colori. Essa può essere: sfumata (soft edge) o marcata (hard edge). La prima si usa quando si vuole un passaggio dolce tra una tinta e un’altra per delineare, il più delle volte, una forma arrotondata. La seconda, invece,  un passaggio brusco e netto tra due tinte per delineare, il più delle volte, due piani distinti e separati.  L’alternarsi di margini netti e sfumati può conferire all’opera un interesse maggiore. Il seguente ritratto preso in prestito dal blog Gurney Journey [22] mostra un ritratto di Tom Lovell in cui c’è un interessante uso di alternanze di margini netti e sfumati.Ritratto Uomo Tom Lovell
    Foto da Gurney Journey [22]
    Nel corso vedremo le diverse tecniche per sfumare i colori, vedremo quando utilizzare i margini sfumati e quando quelli netti e il loro uso combinato.
  6. Texture
    Riuscire a dipingere un oggetto simulando anche le texture di superficie è sicuramente l’ambizione di qualunque artista. Rocce con crepe e irregolarità, fili d’erba, un tronco d’albero invecchiato, una staccionata di legno rovinata, metalli arruginiti, muri rovinati dal tempo e dalle condizioni climatiche sono solo alcuni esempi di texture che si possono dipingere nel paesaggio. Dipingere le texture significa anche rendere credibile i propri dipinti. Ci sono texture che si realizzano con veri e propri trucchetti altri, invece, con la pazienza e lavoro di pennello. Nella parte finale del corso vedremo anche qualche esempio pratico di texture su alcuni elementi del paesaggio.

Un paesaggio ad olio, ovviamente, si compone di tutti e 6 gli elementi. Solo un’esecuzione corretta di essi può portare a risultati di grande eccellenza.

Leggi gli altri  articoli del corso di pittura ad olio per artisti principianti [23]. Se vuoi puoi ricevere gli aggiornamenti sui futuri articoli del corso iscrivendoti gratuitamente ai feed RSS [24].