Come mescolare i colori per imitare le tinte della natura.

Come mescolare i colori per imitare le tinte della natura

Questa è la lezione 18 del corso di pittura ad olio per artisti principianti.

Sei un principiante e hai difficoltà a capire quali colori usare per la tua tavolozza? Hai sempre dubbi su come mescolare i colori per ottenere la tinta desiderata? Quando mescoli i colori ottieni sempre tinte morte e prive di vita?

Se mi seguirai in questa serie di articoli proverò a rispondere a queste domande e ad aiutarti a mescolare i colori per ottenere le tinte che desideri. Poiché gli argomenti sono tanti e le cose da spiegare anche, ho preferito suddividere questo articolo in più articoli. Questa serie è parte integrante del corso di pittura ad olio per artisti principianti che da diverso tempo sto pubblicando su questo blog.

Sul blog ho già parlato più volte della teoria dei colori e non mi va di ripetermi in questo corso. Assumo che il lettore sappia già che cos’è il colore e che le sue 3 caratteristiche fondamentali sono: hue, tono e saturazione, cosa siano i colori primari, secondari e complementari, che sia la sintesi addittiva e sottrattiva, cosa sia la temperatura di un colore, gli schemi armonici e come classificare i diversi pigmenti nelle varie gamme di colori.

All’inizio del corso abbiamo già individuato 4 possibili tavolozze dalla più semplice che prevede solo i 3 colori primari, alla più complessa che ne prevede 15. L’idea è che il principiante cominci a dipingere partendo dalla tavolozza più semplice e man mano che acquista esperienza utilizzi tavolozze sempre più ricche di colori che gli consentiranno di mescolare varietà di colori sempre più grandi.

Indipendentemente dal tipo di tavolozza che si utilizza il processo per mescolare un colore prevede 4 passi fondamentali:

  1. Osservare. Sembra il passo più ovvio ma è quello più difficile. Osservare un colore e riuscire a descriverlo in termini di hue, tono e saturazione è la cosa più difficile perché spesso l’occhio viene ingannato. I colori circostanti influenzano il nostro giudizio e per dimostrare ciò è sufficiente osservare il seguente cubo.
    Illusione Ottica
    Foto http://neurophy.wordpress.com
    I colori dei quadratini al centro della faccia superiore e anteriore sembrano diversi ma in realtà sono lo stesso colore (vedi seconda figura). Per evitare di essere tratti in inganno è sempre bene isolare il colore che si vuole imitare. Un utile strumento è un cartoncino bianco o nero con un piccolo buco attraverso cui osservare il colore. Isolato il colore bisogna essere in grado di descriverlo in termini di hue, tono e saturazione. Per fare ciò è sicuramente utile porsi le 4 domande che già abbiamo visto nell’articolo sul colore:

    1. A quale gamma di colori esso appartiene? Le possibili risposte sono: giallo, arancio, rosso, viola, blu e verde.
    2. Qual è il suo tono? Le possibili risposte sono: chiaro, scuro o medio.
    3. Qual’è il suo grado di brillantezza? Le possibili risposte sono: intenso, media intensità o poco intenso.
    4. Qual’è l’esatta temperatura del colore? Se alla prima domanda avete risposto “giallo” cercate di capire se il colore tende più al verde o al rosso.
  2. Selezionare. Il primo passo è selezionare il colore della tavolozza che più si avvicina alla tinta da imitare. Questo colore sarà il punto di partenza per la nostra mescolanza. Dopo aver risposto alle 4 domande del punto 1 abbiamo una descrizione del colore da imitare in termini di hue, tono e saturazione e selezionare il tubetto di colore che più si avvicina ad esso è abbastanza semplice.
  3. Analizzare. In questa fase bisogna capire se il nostro colore è più caldo o più freddo, più chiaro o più scuro oppure più intenso o meno intenso rispetto al colore da imitare. In base al confronto si apporteranno al colore le opportune modifiche.
  4. Modificare. Se il nostro colore è più freddo rispetto al colore da imitare allora bisognerà riscaldarlo. Analoga cosa se il colore è più caldo, chiaro, scuro, intenso o meno intenso. I passi 3 e 4 bisognerà ripeterli finchè non ci avvicineremo al colore desiderato.

C’è da dire che questo processo logico è un processo didattico che dovrà essere acquisito e, con l’esperienza, applicato meccanicamente mediante la propria sensibilità.

Nei prossimi articoli vedremo, in base al tipo di tavolozza, come:

  1. regolare il tono di un colore (ossia come schiarirlo o scurirlo);
  2. regolare la saturazione di un colore;
  3. regolare lo hue ovvero la temperatura;

Infine, pubblicherò un articolo finale in cui con ciascuna delle 4 tavolozze a nostra disposizione imiteremo le tinte di alcuni oggetti come foglie, frutta ed altri oggetti. Così vedremo come mettere in pratica il processo descritto sopra in maniera teorica.

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Comments

  1. antonio dice

    ho una certa difficoltà nel trovare i giusti colori per dipingere degli scogli in un paesaggio marino,sono sicuro che leggendo tutta questa teoria dopo ci riuscirò…grazie.

  2. Marco Fenocchio dice

    La teoria è la guida per saper preparare le tinte, i toni e tutti gli effetti che fanno i vari accostamenti di colori. Ma per trovare la tinta e il tono giusto di un oggetto, bisognerebbe imitarlo dal vero, servendosi dei colori base: Rosso, Giallo, Blu, più il Bianco e Nero. In tutti i casi la Natura è la maestra. Si può certamente inventare, ma con una sufficente informazione di dati. Il mare è più o meno verdastro, grigio-blu con increspature bianche, gialline pallide. C’è anche del bruno-nero. Le foto delle riviste Viaggi&Vacanze fanno vedere un mare blu intenso uniforme, assurdo. Il colore degli scogli dipende anche dal tipo di roccia. Si può immaginare che siano grigio-scuro, bruni, rossicci; generalmente più scuri dell’acqua. Gli scogli non devono confondersi col mare. Pertanto, potrebbero avere un pò di colore complementare a quello dell’acqua.

    roccia

  3. salvatore dice

    Ciao Marco,
    hai ragione. L’osservazione dal vero è la strada maestra. Non è un caso che in questo articolo ho usato 4 oggetti naturali dal vero. Ma osservando i colori chi non ha mai mescolato un colore si confonde perchè il rosso pomodoro non è un rosso puro tipo vermiglione. Così anche il limone, il chicco d’uva, ecc. Per non parlare poi di quelle tinte difficili da decifrare come il cemento, la crosta degli alberi, ecc.

    Come arrivare ad imitare queste tinte? L’unica risposta è l’esperienza, ma quella puoi acquistarla o con 30 anni di try e error, oppure in meno anni ma hai bisogno di un piccolo processo mentale che ti aiuti nei momenti di confusione. Quello che ho cercato di fare in questi articoli è proprio questo.

    Con questo articolo finale ho voluto poi dimostrare che funziona realmente e non è teoria campata in aria.

    Questo è sufficiente a dipingere un paesaggio, marina, ecc. No.

    Perchè un conto è imitare la tinta di un colore locale di un oggetto, un altro e fare un dipinto con tanti oggetti con colori armoniosi. Quello che farò nell’articolo finale è proprio quello di dimostrare come dal colore locale si possano costruire le tinte per un intero oggetto ma anche di un’intera scena.

  4. E’ sempre un piacere leggere i tuoi articoli ,molto interessanti , ti aiutano a capire i vari segreti e tecniche della pittura, ma a volte non si riesce a trovare il colore desiderato o la luce giusta altrimenti saremmo tutti Caravaggio o Renoir!!!!!!!!!!!! cia Antonia

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