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Anamorfosi

Anamorfosi

Sul sito illuweb.it [1] si legge la seguente definizione di anamorfosi:

Il termine deriva dal greco ana (all’indietro ritorno verso) e morphe (forma) sta ad indicare un disegno in cui appare un’immagine distorta che osservata obliquamente o riflessa un uno specchio curvo può essere vista nella sua prospettiva naturale.


Esistono due tipi fondamentali di anamorfosi:

L’anamorfosi è la deformazione di un immagine secondo regole prospettiche ben precise che creano un’immagine che, se vista da un particolare punto di osservazione, non solo ridiventa di nuovo riconoscibile ma assume un particolare rilievo tridimensionale che ha dell’incredibile.

Esempi di Anamorfosi

Per avere un’idea di cosa sto dicendo, osservate le seguenti immagini che riproducono opere di Julian Beever [2] realizzate tutte per strada:

Anamorfosi di Julian Beever

Anamorfosi di Julian Beever

Anamorfosi di Julian Beever

Anamorfosi di Julian Beever

Anamorfosi di Julian Beever

Anamorfosi di Julian Beever

Anamorfosi di Julian Beever

Immagine Anamorfica di Julian Beever

Immagine Anamorfica di Julian Beever

Immagine Anamorfica di Julian Beever

Foto di Julian Beever

A chi interessa un po’ di storia su questo link [3] trovate molte informazioni al riguardo.. Per gli antichi artisti la realizzazione di un’immagine anamorfica non era cosa semplice. Innanzitutto si sceglieva l’immagine desiderata. Poi bisognava distorcere quest’ultima in base a regole prospettiche che non tratteremo in questo articolo. A quel punto l’immagine distorta poteva essere proiettata sul piano (es. pavimento) attraverso la tecnica della griglia. Poi si procedeva a dipingere il soggetto.

E’ facile intuire che il passo più complesso è ovviamente quello della distorsione. Oggi questo problema può essere risolto con l’ausilio di software che un po’ riducono il ruolo dell’artista. Uno di questi software è Anamorph me [4].